L’avvocato e ricercatore universitario aggredito in piazza Massimo, a Palermo, parla con la consapevolezza che sarebbe potuto «succedere di peggio», ma, allo stesso tempo, rivendica con orgoglio il fatto di non essersi girato dall’altra parte perché «bisogna denunciare quando si vede qualcuno che sta commettendo un’illegalità». Non ha paura di ritorsioni ma non vuole rivelare il suo nome...